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| | Macro views

The Universal

 This is the next century

Where the universal’s free

You can find it anywhere

Yes, the future has been sold

It really, really, really could happen

Yes, it really, really, really could happen

When the days they seem to fall through you,

well just let them go

The Universal

The great escape

Blur, 1995

Se da Lehman Brothers in poi le Banche Centrali hanno evidentemente fallito nei numerosi tentativi di far arrivare alla gente normale, Main street, lo stimolo monetario che è stato direzionato solo ed esclusivamente verso i mercati finanziari, sembrerebbe che dopo dodici anni, siano ormai molto vicine a centrare questo target, con le evidenti ed immaginabili ripercussioni, in primis la ripartenza dell’inflazione data per dispersa da ben più di una decade.

La storia ci insegna che chi controlla l’innovazione nell’industria finanziaria, molto spesso domina anche il mondo: sappiamo a questo proposito che la Cina è il paese più prossimo alla creazione di una moneta digitale, una leadership tecnologica di valore “per sé” ma allo stesso tempo necessaria per divincolarsi dalla presa avvolgente del sistema del dollaro.  Il futuro da settimana scorsa è ancora più vicino: in una comunicazione di venerdì 4 dicembre, la municipalità di Suzhou ha informato che stava per assegnare 20 milioni di yuan (tre milioni di dollari), ai suoi residenti tramite una lotteria. La distribuzione sarebbe avvenuta tramite l’assegnazione di 100.000 “pacchetti digitali” di colore rosso, ognuno dei quali contenente 200 yuan, per il “double twelve shopping festival”. I pacchetti digitali saranno validi fino al prossimo 27 dicembre. Ogni residente si può registrare alla lotteria tramite l’app ufficiale della municipalità. I vincitori riceveranno i pacchetti rossi, da sempre simboli di buona sorte, attraverso l’app ufficiale “Digital Remimbi”, non ancora disponibile per il download ma che lo sarà a breve. Lo yuan digitale sarà dunque la prima moneta digitale emessa da una Banca Centrale; il Bitcoin è invece una moneta digitale non controllata da un’istituzione monetaria o da un governo, da qui la definizione di moneta digitale “decentralizzata”.

10.000 negozi parteciperanno a questo primo test, incluso il gigante dell’e-commerce cinese JD.com. I vincitori della lotteria saranno i primi cittadini del mondo a pagare per dei beni di consumo attraverso un borsellino elettronico (dual offline wallet), senza la necessità di avere alcun collegamento ad Internet attivo, come per i noti circuiti di pagamento, ad esempio PayPal. Sei banche statali parteciperanno al test di Suzhou.

Nonostante questo genere di test, il governo cinese non ha ancora confermato i tempi esatti di lancio della moneta digitale nazionale anche se molti analisti sono convinti che il Governo miri ad essere operativo per le Olimpiadi invernali del 2022. Le ricerche da parte della Banca Popolare Cinese (PBOC), sul tema delle monete digitali sono iniziate nel 2014 e nel 2017 è stato istituito un Istituto di matrice pubblica con l’unico scopo di approfondire la materia.

Il tutto però ha ricevuto un’accelerata decisiva quando Facebook ha svelato, nel settembre del 2019, il proprio progetto di moneta digitale, dove Libra avrebbe dovuto “appoggiarsi” (backed) ad un paniere di monete fiat esistenti che però non includevano lo yuan. Libra è stata dunque considerata come l’ennesimo strumento per aumentare l’egemonia del dollaro americano. Il tema è rimasto molto caldo nella Repubblica Popolare anche a causa del rischio sempre più evidente che gli Stati Uniti decidessero di estromettere il rivale asiatico da qualsiasi sistema di pagamento come SWIFT e Chips. In questo quadro lo yuan digitale sarebbe dovuto diventare lo strumento principe per permettere l’internazionalizzazione della valuta cinese ed il suo utilizzo in qualsiasi genere di transazione finanziaria fuori dai confini nazionali. I test come quello di Suzhou lasciano pochi dubbi sul fatto che la Cina sarà il primo stato ad inaugurare una cash-less society, e confermano una leadership tecnologica in ambito finanziario ormai conclamata e che grazie a questi esperimenti aumenterà ulteriormente.

Fuori di dubbio però è anche il fatto che la grande sfida sia la diffusione internazionale dello yuan, la cui ascesa andrà a cozzare contro gli interessi di molte istituzioni finanziarie e contro il sospetto di molti governi occidentali. La leadership tecnologica non è dunque abbastanza in questa fase per l’affermazione dello yuan digitale, serve un’iniezione di credibilità “esterna” e a pensarci bene le opzioni più facilmente praticabili per l’adozione internazionale della moneta cinese, rimandano a due chiare direttive:

  1. Unire gli sforzi con altri paesi, altre banche centrali o organizzazioni internazionali per creare una moneta digitale globale, sull’esempio degli Special Drawing Right (SDR) del Fondo Monetario: dal 2017 lo yuan è all’interno di questo basket che secondo la definizione dell’IMF è un “reserve asset”, si veda qui sotto:

            Il basket che compone SDR è il seguente:

Quindi a tutti gli effetti dal 2017 lo yuan può essere considerato una riserva di valore, sebbene incredibilmente sottopesato rispetto a dollaro ed euro. I pesi del basket saranno rivisti e in caso modificati nel 2021.

  • Dare una spinta alla credibilità dello yuan con un’operazione ad effetto come quella, ad esempio, di ritornare ad una sorta di Gold Standard, facendo in modo che ogni yuan, abbia anche un pezzo di oro a cui appoggiarsi. Alcuni analisti stimano che la Cina abbia accumulato negli anni, tra riserve interne e importazioni, più o meno apertamente comunicate al mercato, fino a 20.000 tonnellate di oro. Se queste stime dovessero risultare appropriate, ci sarebbe davvero lo spazio per mettere all’angolo il dollaro con uno yuan che abbia a copertura un ammontare prefissato di oro.

Non è però pensabile l’utilizzo immediato di una simile opzione nucleare dal momento che le ripercussioni geopolitiche della stessa, darebbero un evidente vantaggio all’America, che facilmente andrebbe a definire una mossa simile come un’aggressione vera e propria.

Sarà senza dubbio interessate capire che forma prenderà il nuovo paesaggio finanziario che si staglierà davanti a noi dopo il Covid. A questo proposito, lasciamo la chiusa a Xu Yuan, senior researcher della Beijing’s University’s Digital Finance Research Centre, in una sua recente dichiarazione, che non ha dubbi nell’equiparare Covid e adozione della Digital Currency cinese, come momenti di svolta epocale:  Looking back years later, the two defining historic events of 2020 would be the coronavirus pandemic, and the other would be [China’s] digital currency.

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