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Fed and Prudent investing

Una nota importante davanti ad eventi di portata straordinaria; molti di noi sono molto concentrati sull’attualità italiana, che su base quotidiana regala spunti di analisi ed approfondimento.

Ieri è stato il caso del vituperato MES, che è entrato nel novero degli strumenti operativi per arginare la crisi che stiamo vivendo.

E’ mia intenzione invece aprire gli orizzonti per approfondire qualcosa di diverso, che è successo in America, sempre nella giornata di ieri.

Nei fatti la Federal Reserve ha ampliato gli interventi a sostegno dell’economia americana mettendo a disposizione ulteriori 2.3 trillion ( https://www.federalreserve.gov/newsevents/pressreleases/monetary20200409a.htm ), piu’ o meno il PIL dell’Italia tutta.

Piu’ che la dimensione, a rendere l’intervento speciale è il fatto che con quei denari, attraverso la Secondary Market Corporate Credit Facility, si potranno acquistare obbligazioni corporate, comunemente definite high yield o junk bonds, dunque anche i titoli di debito che i fondi pensione non possono detenere nei loro portafogli.

In poche settimane la FED è passata da acquistare solamente titoli del Tesoro americano (tramite il famoso QE), ad acquistare in primis obbligazioni di buona qualità (investment grade) per finire con le obbligazioni ad alto rischio (high yield).

Se l’acquisto di obbligazioni investment grade, era giustificabile per il fatto che quei titoli sono l’allocazione principale dei fondi pensione (e in questo momento non c’è bisogno di aggiungere anche una crisi del sistema pensionistico al caos dilagante), piu’ controverso è invece l’acquisto di debito high yield.

Ecco un assaggio delle prime reazioni a caldo:

https://www.wsj.com/articles/the-feds-main-street-mistake-11586474912?mod=hp_opin_pos_1

https://www.cnbc.com/2020/04/09/chamath-palihapitiya-us-needs-to-let-hedge-funds-billionaires-fail.html?__source=twitter%7Cmain

Ad ogni paese la sua fase di decadenza: come sostiene la former Fed Advisor Danielle Di Martino, l’intervento della FED, certifica che il meccanismo su cui si regge il capitalismo americano è sostanzialmente danneggiato: il capitalismo americano è nato, si è fondato e ha avuto il suo massimo splendore nel momento in cui ha premiato il merito.

Il mondo economico americano è da sempre ritenuto piu’ meritocratico dell’equivalente europeo: siamo spesso increduli davanti al modo ruvido con cui le aziende americane licenziano il personale, presentano loro in modo sbrigativo una scatola di cartone dentro cui raccogliere i propri effetti personali, un pezzo della propria storia professionale, per togliere il disturbo il prima possibile.

Da europei rimaniamo spesso stupiti da tutto cio’, ma a ben vedere questo non è che l’altro lato della medaglia di un mondo che incoraggiando l’eccellenza ed il merito (ad ogni costo) non ha mai avuto pena per chi non riesce ad essere all’altezza. Perché chi non riesce, semplicemente non ha lavorato duro a sufficienza per farcela. Un approccio molto duro ma “fair”. Almeno quando è stato concepito.

La sensazione è che il Covid si stia portando via questa visione risoluta ma molto affascinante del mondo economico.

Comprando il debito delle società high yield, la Fed termina un percorso, iniziato dopo Lehman in cui ha scelto la strada del debito come strada per il rilancio economico del modello americano.

Allora come oggi, si è scelto di incentivare l’azzardo morale e di punire la gestione prudente del rischio. La prudenza è lenta ed il mondo delle trimestrali ha invece bisogno di un risultato immediato. Altrimenti i bonus non possono essere pagati.

Da questo punto di vista possiamo definire Lehman come una “crisi antipasto”, che preparava il terreno con lauto anticipo, grazie a dieci anni di disponibilità di credito facile, per una crisi di debito di ancora maggior momento, quella del Covid appunto.

Puo’ esistere un mondo senza capitalismo ? O piu’ semplicemente abbiamo davanti un decennio di capitalismo decadente, ancora piu’ deteriore di quello appena descritto che ci ha accompagnato nel dopo Lehman ?

E’ presto per dirlo, l’economia è divinazione del futuro, ognuno puo’ dire la propria, questo rende la materia economica molto coinvolgente per tutti.

Ad ognuno pero’ il dovere di costruire la propria visione del domani, per gestire nel modo migliore possibile i propri comportamenti economici.

In tutto questo, capire la direzione degli Stati Uniti è sempre necessario per orientare i pensieri.

E per chi fa il nostro lavoro invece,  il dovere è quello di dare il proprio contributo nell’immaginare il domani; io ci provo, con la definizione qui sotto…

Una serena Pasqua di lock-down

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