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| | Macro views

The wolf at the door

I keep the wolf from the door

But he calls me up

Calls me on the phone

Tells me all the ways that he’s gonna mess me up

Steal all my children if I don’t pay the ransom

And I’ll never see them again if I squeal to the cops

The Wolf at the door

Hail to the Thief

Radiohead, 2003

Il nemico giurato delle banche è la deflazione; la deflazione che è l’opposto dell’inflazione, si caratterizza per una discesa del livello generale dei prezzi che per ovvie ragioni si accompagna ad una contrazione dell’attività economica e dunque della domanda aggregata. Perché la deflazione faccia male ai bilanci delle banche è presto detto: se la domanda aggregata si contrae ed i prezzi si contraggono, lo stesso non accade ai debiti che invece restano sempre gli stessi, anzi crescono per effetto degli interessi passivi che si capitalizzano nel tempo.

 A livello microeconomico, se l’attività economica rallenta, rallentano anche i flussi di cassa delle aziende e dunque la loro capacità di rimborsare i debiti. Se le aziende non rimborsano i debiti, le banche che forniscono alle aziende prestiti tra dieci e trenta volte tanto il valore del loro capitale, vedranno azzerato il valore dello stesso e finiranno gambe all’aria.

Banche che falliscono o sono nel migliore dei casi fortemente disfunzionali nel fornire credito al mondo economico, generano un rallentamento addizionale dell’attività economica che crea una spirale perversa che si autoalimenta, portando ad ulteriori fallimenti, ad ulteriore rallentamento economico e così via.

La deflazione è dunque a tutti gli effetti il vero “lupo alla porta”, the wolf at the door, il vero nemico da combattere, quello a cui opporsi a tutti i costi. In tutti i modi. Whatever it takes.

Non c’è però deflazione solamente in presenza di rallentamento economico: con lo scritto di oggi vogliamo mettere in evidenza tutte le forze che contribuiscono a creare un ambiente economico deflattivo.

TECNOLOGIA

La tecnologia ci permette di avere un accesso sempre piu’ ampio a prodotti e servizi, ad un costo via via sempre piu’ contenuto. Pensate a tutti i prodotti e servizi racchiusi dentro un telefonino: non devo piu’ acquistare una macchina fotografica, né un lettore CD, ho accesso a servizi di mobile banking senza andare in filiale, addio chiamate “intercontinentali” come si diceva una volta. Meno costi di entertainment: ci bastano Facebook, YouTube e Instagram… Altrimenti basti ricordare che il peggior televisore che potessimo acquistare durante il lock-down era comunque decisamente superiore a qualsiasi televisore sul mercato dieci anni fà, ad una frazione del costo.  

 OFFSHORING

Localizzare la produzione di molti dei prodotti o servizi di cui usufruiamo nei cosiddetti paesi emergenti, permette di avere costi piu’ bassi grazie all’utilizzo di una forza lavoro pagata meno, che lavora complessivamente piu’ ore, con una copertura sanitaria meno dispendiosa, il tutto in una cornice regolamentare su temi come l’ambiente e la sicurezza senza dubbio meno rigida.

PREZZI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIE PIU’ BASSI

Un collasso del prezzo delle case o una marcata discesa dei corsi azionari, ha a sua volta conseguenze deflazionistiche dal momento che la riduzione dei valori dei risparmi delle famiglie (concentrati per la maggior parte nell’equity della casa e nel valore dei propri risparmi liquidi), riduce ulteriormente il potenziale discrezionale di spesa: se i mercati finanziari raddoppiano il valore dei nostri risparmi, possiamo concederci qualche spesa voluttuaria in piu’ mentre se si dimezzano, c’è solo da tirare la cinghia e ridurre le proprie spese correnti, semplicemente per prudenza.

INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE

I picchi di spesa di ogni individuo coincidono con il “mezzo del cammin di nostra vita”, quando si a che fare con la costruzione della propria famiglia. Man mano che ci si avvicina alla pensione, si ha naturalmente bisogno di meno, dunque si spende meno e molto spesso si pensa anche a ridimensionare il proprio stile di vita riducendo la dimensione delle proprietà immobiliari. Sempre legata alla demografia è la considerazione secondo cui la continua tendenza ad avere sempre meno figli, ha a sua volta un forte impatto deflattivo

NAZIONI CON TRADE SURPLUS

Nel bel mezzo dell’avvincente dibattito tra stati europei frugali ed il Premier Conte che rivendica con piglio pugnace il diritto ad avere a disposizione miliardi da spendere non solo a fondo perduto ma anche senza nessun genere di controllo su come questi soldi verranno effettivamente spesi, vale la pena ricordare che ci sono alcuni paesi come il Giappone o la Germania che ogni anno accumulano piu’ ricchezza in entrata nel paese rispetto a quella che esce: è come se per certi versi a livello di paese/nazione “si risparmiasse”, dunque si accumulassero risorse che non vengono impiegate, invece di spenderle facendo muovere l’economia. Il trade surplus ha dunque delle ramificazioni chiaramente deflattive

RIDUZIONE DEI DEBITI

In un mondo altamente indebitato come quello esistente, la riduzione dello stock di debito dai picchi massimi raggiunti, al fine di riequilibrare la propria situazione finanziaria per renderla meno fragile, è a sua volta un driver di deflazione. Il debito si riduce, risparmiando risorse che se venissero consumate, contribuirebbero a sostenere la dinamica economica. Nel capitalismo creditista, chi risparmia e pensa a mettere da parte due lire per il futuro delle prossime generazioni, alimenta colpevolmente la contrazione dell’economia…

Infine arriviamo ai due driver deflazionistici che le banche centrali stanno alimentando con il QE ed il salvataggio di tutti, a tutti i costi; i miei preferiti

WEALTH INEQUALITY

La concentrazione della ricchezza nelle mani di una percentuale sempre piu’ ridotta della popolazione, è un driver fortemente deflattivo. Immaginiamo di avere davanti a noi le seguenti due opzioni per distribuire in dono un trilione di dollari:

  1. Attribuisco a 100 multi-billionaires, 10 billions usd
  2. Attribuisco a 100 milioni di cittadini, 10.000 usd a testa

E’ chiaro che l’opzione A) è maggiormente deflazionistica perché i modelli di consumo dei destinatari difficilmente cambieranno, hanno già tutto quello che vogliono e al massimo investiranno il denaro ricevuto nei mercati finanziari per cercare l’ennesimo rendimento positivo. Nel caso B) invece è molto probabile che i 10.000 dollari saranno spesi in toto con un impatto immediato e molto concreto sull’economia reale

ZOMBIE COMPANIES e QE

Tassi di interesse vicini allo zero grazie al QE, permettono alle società di sopravvivere pur in presenza di cash flow negativi per molti anni durante i quali è sufficiente che il prezzo dell’azione salga per far contenti gli investitori che sono addirittura pronti a finanziarie con debito gli stessi business poco profittevoli per decadi… Tesla è un ottimo esempio. Gli executives si pagano lauti bonus su business che non hanno mai generato un dollaro di profitto, tutti sono felici, let the music play… Non dovendo produrre nemmeno un piccolo profitto, i prezzi dei prodotti legati a queste corporation sono per ovvie ragioni piu’ bassi (dunque deflattivi), rispetto a quello che dovrebbero essere se si cercasse di remunerare gli azionisti con soldi veri e dividendi sonanti.

Tutto questo per ricordare che prima dell’intervento monetario delle banche centrali, la deflazione è la naturale tendenza del sistema economico attuale.

Da marzo a questa parte le banche centrali di tutto il mondo hanno scaricato a terra il piu’ ampio sforzo di sostegno monetario che si ricordi, proprio per evitare una spirale deflazionistica: nel nostro ultimo scritto prima della pausa estiva, cercheremo di mettere a confronto le spinte deflazionistiche ed inflazionistiche per valutare i rischi per i patrimoni di questa brutale prova di forza.

Nel frattempo….

Deflation can be particularly dangerous when a financial system is shaky, with household and corporate balance sheets in poor shape and banks undercapitalized and heavily burdened with bad loans.

Ben Bernanke

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