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| | Macro views

Elevation

A star lit up like a cigar

Strung out like a guitar

Maybe you could educate my mind

Explain all these controls

I can’t sing but I’ve got soul

The goal is elevation

Elevation

 All that you can’t leave behind

U2, 2000

Anche in Italia sta iniziando ad elevarsi il livello di attenzione nei confronti del Bitcoin, derubricato come spesso succede in un paese culturalmente conservatore, nel migliore dei casi come un investimento ridicolo e nel peggiore come un colossale strumento di riciclaggio.

L’uscita recente di Carlo De Bendetti sul Bitcoin sta a dimostrare che qualcosa sta comunque cambiando anche nello Stivale: “credo che il sistema basato sul dollaro scomparirà nel prossimo futuro… la moneta vincente sarà quella derivata dalla blockchain, ovvero tutte le criptovalute ed in particolare il Bitcoin.”

Volevo dunque dedicare questo scritto a spiegare perché durante la crisi del Covid ho deciso di investire in Bitcoin e perché in pochissimi mesi, dopo parecchie ore di studio e analisi, è diventata la prima posizione d’investimento del mio portafoglio personale.

MACRO 1: con I livelli di debito raggiunti pre-Covid serviva giusto una pandemia per far esplodere le metriche di debito di qualsiasi genere: governativo, societario e privato. Da una crisi di debito si può uscire solo in due maniere, cancellando o ristrutturando il debito oppure facendo in modo che il suo valore reale si sgonfi grazie ad una manovra inflattiva. Nonostante resti convinto che qualcosa sulla cancellazione del debito possa anche saltare fuori, ho la convinzione che sarà l’inflazione lo strumento principale per uscire da questa bolla gigantesca. Il veicolo di questo radicale cambiamento saranno le monete digitali (non le cripto, ma le monete digitali “fiat” emesse dalle banche centrali) e la conseguente possibilità per ogni cittadino di avere il proprio wallet presso la propria banca centrale, da cui ricevere denaro a profusione (https://www.frbservices.org/financial-services/fednow/index.html). Mentre scrivo trillions and trillions vengono riversati sul mercato dando la falsa impressione che sia in corso una reflazione degli asset, con i prezzi che salgono: in realtà è semplicemente la moneta che, essendo stata messa in circolazione in quantità spropositate, vale ogni giorno sempre di meno (asset price inflation). Bitcoin è stato strutturato dal primo giorno per essere disponibile in una quantità finita oltre la quale non c’è modo di andare: 21 milioni saranno e non uno di più. L’oro è stato da sempre un investimento che ha incrementato il valore proprio durante le crisi inflattive per il fatto che è un asset “limitato” e scarso. Il Bitcoin ha le stesse identiche caratteristiche.

MACRO 2: avendo imparato durante lo sviluppo della mia carriera che “the trend is not my friend”, di diffidare dunque della vulgata e del pensiero mainstream, sono felice di custodire un asset che non sia controllato o influenzabile da nessun organismo politico come Governi e Banche Centrali. Dall’azione di questi soggetti non percepisco alcuna sensazione di protezione ma piuttosto il rischio di ulteriori cervellotiche manovre dato che quelli che ben pensano hanno portato negli ultimi vent’anni alla massima polarizzazione della ricchezza dal dopoguerra ad oggi; cioé hanno portato a quel Trump da cui ci tengono a prendere così nettamente le distanze… Se qualcuno pensa che questa sia la strada giusta per avere uno sviluppo organico e armonico del mondo nei prossimi vent’anni, quella persona non sono di certo io. In un mondo dove tutti agitano fantasmi di autoritarismo, penso che il vero autoritarismo sia quello talmente smart che quando si manifesta, non permette a nessuno di accorgersene.

MACRO 3: è evidente che la Cina sta cercando una via di uscita rispetto al sistema del dollaro che la rende forzatamente parte di un gioco dove le regole sono fissate a Washington e dove Washington controlla arbitro, guardialinee, terzo e quarto uomo… è altrettanto evidente che la Cina ha superato gli Stati Uniti nella finanza digitale. Sulla base di queste due evidenze sono convinto che la Cina sarà un motore (piuttosto che un freno) per accelerare l’adozione delle crypto e che il Bitcoin potrà risultare una delle alternative per alleggerire il dollaro del peso di moneta di riserva del sistema finanziario globale, che fa sempre più fatica a reggere.

CALL ON THE FINANCIAL SYSTEM OF THE FUTURE: che il Sistema finanziario attuale stia solamente distruggendo valore, non lo dico io, lo dice il grafico di qualsiasi indice settoriale bancario, prendiamo ad esempio l’eurostoxx banks negli ultimi dodici anni: -90%

Pensare di avere nel portafoglio una call sul sistema finanziario del futuro, non mi dispiace. Perché Bitcoin e Blockchain lo possono essere? Allego una semplice matrice self-explanatory  

VALUATION: la massa monetaria M2 su scala globale vale 100 trillions. L’oro diciamo vale 10 trillions. Il Bitcoin, che come dicevamo può essere considerato un oro digitale, oggi dopo un rally di 60% in due mesi, capitalizza poco più di 330 bn, circa 1/3 di Apple. Pensare che possa arrivare a valere 1.5 trillions, cioè una frazione della capitalizzazione dell’oro, nello scenario macro poc’anzi presentato, non mi sembra impossibile. Un target di 1.5 trillions implica moltiplicare per 5 il proprio capitale da questi livelli (500%). Se il Bitcoin dovesse arrivare a capitalizzare metà della valutazione dell’oro su scala planetaria, significa moltiplicare per 16 il proprio capitale. Non mi vengono in mente molti trade con questo tipo di rapporto rischio-rendimento; né oggi né da quando ho iniziato a lavorare.

FLOWS 1: secondo CNBC ad agosto di quest’anno circolavano 15 trillions di bond con rendimenti negativi. Molti investitori istituzionali devono mantenere bond in portafoglio per compliance, altri non sono talvolta consapevoli di cosa hanno in portafoglio: siamo proprio sicuri che nessuno vorrà uscire da questi bond e da quelli che rendono “quasi zero”? siamo proprio sicuri che chi esce, investirà per forza solamente nelle azioni e che nessuno cercherà di diversificare un minimo i propri portafogli specie con asset a basso livello di correlazione? Siamo dunque proprio sicuri che non rischiano di esserci flussi importanti a sostegno del Bitcoin in uscita dal comparto obbligazionario?

FLOWS 2: negli ultimi mesi abbiamo assistito a tutta una serie di eventi che hanno accelerato l’adozione del Bitcoin ma c’è ancora tantissima strada da fare:

  • Hedge Funds: le banche in US sono adesso autorizzate a custodire Bitcoin, ciò significa che i broker possono offrire servizi di intermediazione e custodia, dando a tutti gli hedge funds la possibilità di investire
  • Institutional: in US, secondo uno studio di Fidelity, solo il 36% degli istituzionali ha esposizione ad asset digitali; Fidelity stessa ha da poco sottoposto alla SEC la documentazione per un fondo che investa solo in Bitcoin
  • Piani pensionistici: in US è prossimo all’approvazione un ETF che possa finire come investimento nei piani pensionistici
  • Retail: la creazione di un ETF per le pensioni, apre di fatto anche tutto il mercato retail che oggi fa estrema fatica ad investire in Bitcoin
  • IPO Coinbase: una delle principali piattaforme per acquisire e fare trading di Crypto andrà presto pubblica esponendo la grandissima profittabilità di questa nicchia
  • Millennials: con un sistema pensionistico massicciamente sottocapitalizzato, valutazioni dell’azionario mai così alte, trilioni di bond con tassi negativi, i Millennials hanno sostanzialmente due possibilità di investimento per i prossimi dieci anni: paesi emergenti a valutazioni molto contenute o le crypto che potrebbero avere una crescita memorabile e faranno parte del loro futuro a prescindere
  • Corporate liquidity: ha fatto molto scalpore l’investimento di 440MM usd di corporate liqudity da parte di Microstrategy, a questo proposito consiglio vivamente la visione dell’intervista dove il CEO spiega il motivo del suo investimento: https://www.youtube.com/watch?v=t_nVYtoiShg ; quante altre società la seguiranno ?

FLOWS 3: ecco un’evidenza dei flussi in acquisto confrontati con i Bitcoin creati nei primi 15 giorni di agosto:

FLOWS 4: ed ecco un’evidenza del fatto che chi compra Bitcoin oggi, non li molla, lo fa per tenerseli nel lungo termine:

FLOW 5: da quando è possibile l’acquisto di Bitcoin su PayPal, gli utenti della piattaforma stanno comprando il 70% di tutta la nuova produzione di Bitcoin

Quando altre grandi piattaforme finanziarie diverranno operative, ci sarà ancora più sbilanciamento tra domanda e offerta a tutto beneficio dei prezzi  

DECORRELAZIONE: la decorrelazione è un elemento chiave di costruzione di portafoglio dato che asset decorrelati ma accoppiati insieme in un portafoglio, garantiscono una maggior tenuta davanti agli andamenti ondivaghi dei mercati. Per il Bitcoin lasciamo parlare le cifre (circoletto rosso in basso):

PORTFOLIO CONSTRUCTION: Fidelity non proprio uno dei player più innovativi e all’avanguardia del settore finanziario, ha di recente preparato uno studio su quale sarebbe l’impatto di una piccola allocazione in Bitcoin all’interno di portafogli tradizionali. Così da poterne evidenziare la forte decorrelazione ed il potenziale di diversificazione. La tabella che segue confronta i ritorni dal 2015 di un portafoglio tradizionale (60 bond – 40 equity), a cui sono state aggiunte piccole “dosi” di Bitcoin (1 – 2 – 3%)

Chiudo consigliando tre libri a chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento:

The Bitcoin Standard – Saifedean Ammous

The Internet of Money I and II – Andreas Antonopoulos

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