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Volcano

el_salvador_bitcoin

The world is spinning fast tonight
You can hurt yourself tryin’ to hold on
To what you used to be
I’m so glad the past is all gone?
Been out in the wild
Been out in the night
Been out of your mind
The future’s gonna land on you

Volcano
“Songs of Innocence” Album
U2, September 2014

A novembre dell’anno scorso avevo scritto una Side View per spiegare le ragioni che mi avevano spinto a far diventare il Bitcoin la prima posizione dei miei risparmi personali. Il ragionamento, che resta una tesi di investimento tutt’ora centrale, era nato attorno allo smodato indaffararsi delle Banche Centrali, le quali per sostenere un mondo che esse stesse hanno caricato di debito fino allo sfinimento, non hanno molte alternative per uscire dall’eccesso creato se non attraverso una svalutazione del valore del denaro e dei nostri risparmi: “you default on debt or you default on the currency” e siccome nessuno vuole prendersi la responsabilità di far tornare in capitalismo sulla direttiva ideologica di partenza (“i più bravi avanzano, quelli meno bravi vanno a casa ma avranno sempre una seconda possibilità”), è chiaro che sarà il denaro a valere di meno, non i beni a costare o valere di più. Del Bitcoin mi è però sempre sfuggita la dimensione di “network monetario”, che sono riuscito finalmente a capire negli ultimi dieci giorni grazie all’adozione del Bitcoin Standard da parte dello stato centroamericano di El Salvador.

I fatti sono noti: alla Bitcoin Conference di Miami di due settimane fa’, il Presidente Nayib Bukele ha comunicato la volontà di dare corso legale al Bitcoin, con approvazione parlamentare prevista (e riuscita) il 9 di giugno successivo. Magari non tutti sanno che El Salvador é il sesto paese come volume di rimesse da parte di emigrati residenti in US e che il peso delle suddette rimesse sul PIL del paese è pari al 22%. Per dare una prospettiva, le rimesse degli emigranti messicani pesano invece 4% del PIL del paese.
Molti hanno bollato quanto sta succedendo in El Salvador come l’ennesima pagliacciata da paese sottosviluppato, oppure il ridicolo “pump” della Bitcoin community, costruita come sempre sul niente, insomma un’allucinazione: questa é senza dubbio una prospettiva, che nella sua semplicità non merita nemmeno ulteriori approfondimenti data la sua cristallina chiarezza; le spiegazioni invece magari le merita l’opzione opposta: e se non fosse una pagliacciata, cosa potrebbe essere? La risposta è altrettanto lineare: una prima concreta rappresentazione di un network monetario legato alla crypto valuta.

Si potrebbe immaginare quanto segue: sono un emigrato di El Salvador, converto i miei dollari in Bitcoin, vado su Lightning Network (https://zaphq.io/) da dove in un nanosecondo il denaro viene zippato in El Salvador dove chi riceve riconverte i Bitcoin in dollari in modo istantaneo. E senza costi. Conversione “fiat currency su fiat currency” su un crypto binario insomma…
Ancora più concretamente: una commessa a New York manda 100 dollari a sua sorella a El Salvador: prima di Strike e del Lightning Network, si recava da Western Union (WU) a NY e la sorella avrebbe fatto lo stesso a El Salvador, 100 dollari sarebbero diventati 60 e la sorella centroamericana, una volta uscita da WU, avrebbe dovuto fare attenzione a non farsi scippare da una gang. Last but not least, magari avrebbe dovuto farsi 4 ore di bus per andare e tornare dal più vicino ufficio di WU. Oggi invece la sorella riceve 99.8 USD, in modo istantaneo e senza la necessità di lunghi e magari rischiosi viaggi. Alcune settimane fa’ c’erano 10-15 sottoscrizioni a Zap al giorno, oggi sono 15.000-20.000 ogni ventiquattro ore.

Se il Bitcoin si oppone alla centralizzazione o meglio al potere della centralizzazione, è un dato di fatto che deve essere in grado di costruire un’alternativa allo status quo garantendo maggiore inclusione e maggiori possibilità alle fasce più deboli ed è dunque altrettanto chiaro che il miglioramento dello standard di vita delle popolazioni meno abbienti nei paesi emergenti, è una pietra angolare di tutto il progetto: stati come El Salvador infatti, oltre a sopravvivere sulle rimesse degli emigrati, hanno un’infrastruttura finanziaria non all’altezza dove solo il 6% del 40% dei cittadini più poveri, ha un conto bancario.

Quindi è più che probabile che il prossimo passo di adozione della crytpovaluta, più che interessare i grandi investitori istituzionali che essendo sistemici hanno più da perdere che da guadagnare dallo sviluppo di un network finanziario alternativo e decentralizzato, possa trovare l’epicentro nei paesi emergenti, come evidenzia questa rapidissima rassegna stampa successiva all’outing del Presidente di El Salvador:

Riuscire ad aumentare il livello di financial inclusion di larghi strati di popolazione nei paesi emergenti è già di per sé una maniera per raggiungere uno degli obiettivi ESG a cui tutto il mondo ormai avidamente ambisce.

Sempre in El Salvador, di particolare interesse è l’iniziativa www.bitcoinbeach.com che ha l’obiettivo di creare un’economia collegata al Bitcoin che si autosostiene, quando i partecipanti non avrebbero mai la possibilità di avere accesso ai canali bancari tradizionali (ad esempio: istallare i POS per accettare le carte di credito è molto costoso per le micro imprese locali). Invece tramite il Lightning Network un protocollo di pagamento di secondo livello, tutto ciò’ è finalmente possibile. La comunità di Bitcoin Beach è un insieme di iniziative private e filantropiche dedicate al sostegno della micro economia locale. Nel dettaglio:

  • Youth Work Programs: i giovani contribuiscono al benessere della comunità locale (pulendo le spiagge, riparando le strade o simili) e vengono ricompensati con pagamenti in BTC;
  • Educational Grants: Bitcoin Beach fornisce donazioni in BTC agli studenti che decidono di continuare con le scuole superiori e l’università;
  • Universal Cash Transfer: con la crisi da Covid, la chiusura delle frontiere, l’azzeramento del turismo e la disoccupazione ai massimi storici, Bitcoin Beach ha fornito trasferimenti in BTC a 600 famiglie ogni tre settimane per aiutare il sostentamento domestico in un momento particolarmente critico.

Alla fine, It’s NOT ALL ABOUT MONEY. E L’emozione nella voce di Jack Maller, 27 anni, che ha concepito il progetto mentre ne spiega i contenuti alla Bitcoin Conference di Miami, ne è il massimo esempio; una pagina che non puo’ non emozionare e che amplia ancora di più il divario tra il mondo tradizionale e gli acclamati filantropi da prime pagine dei giornali (If you care about the environment, stop flying private jets, if you want to help the world, start paying taxes” Rutger Bregman ) e l’energia piena di ideali delle nuove generazioni; DUE MINUTI IMPERDIBILI:

https://twitter.com/PaigeErlich/status/1403429800459575300

Fino a qui, i fatti. Interessante può essere immaginare where do we go from here: le prospettive sono estremamente intriganti, perché riguardano tutti noi non solo i paesi emergenti. Una traccia la fornisce già “Phase 3” di Bitcoin Beach, direttamente dal loro sito:

C’è un’evidenza politica lampante: il mondo è spaccato in due, mezza America vota Biden, l’altra Trump; mezza popolazione Italiana si vaccina, l’altra metà non lo fa. E cosi via. E la polarizzazione della popolazione parte sempre dallo stesso punto: la fiducia o la sfiducia nel sistema. In un capitalismo che ha lavorato per rendere le persone mentalmente apolidi e sradicate, naturalmente riuscendoci, i legami con le comunità geografiche di provenienza, che per millenni hanno segnato l’appartenenza di ognuno di noi, di fatto hanno smesso di esistere e funzionare. Ma è qui l’elemento di grande rivoluzione: se finiscono le comunità geografiche, non finiscono però le comunità, l’uomo sta trovando dunque una via di uscita dall’alienante spirale consumistica per aggregarsi secondo nuove geometrie: la decentralizzazione in atto e WEB 3.0, stanno utilizzando la grammatica di questo capitalismo liquido per ricreare delle nuove comunità non più su base territoriale come dicevamo, ma sulla base dell’affinità di valori, approcci e stili di vita. Il desiderio dell’uomo di appartenere e condividere alla fine sta risultando superiore rispetto alla mania assimilante del capitalismo decadente di questi anni.

Cosa c’entra tutto questo con El Salvador e Bitcoin Beach? Un grafico inizia a farcelo intuire.

Il Covid ha reso il sistema economico ancora più liquido, nemmeno il lavoro deve più essere eseguito dai propri uffici e le nuove generazioni senza radici territoriali, abituate a dover viaggiare per sopravvivere, avranno la possibilità di scegliere non solo il datore di lavoro più adatto alle proprie attitudini ma anche lo stato più ospitale e culturalmente più affine. E non è solo un tema di tassazione, come lo è stato in passato, ma di allineamento delle politiche governative agli standard di vita che le nuove generazioni sentono come propri, che sia l’ambiente, un approccio più tech-friendly o una visione politica più liberale rispetto a quella vessatoria delle decotte pseudo democrazie occidentali. I sudditi e chi ha rendite di posizione da difendere, resteranno nel G7 a farsi governare da quelli che benpensano, le nuove generazioni, gli innovatori, i non allineati, “i costruttori insomma” saluteranno il gregge e troveranno rifugio in piccoli paesi culturalmente davvero progressisti, in cui porteranno capitale intellettuale di qualità e di conseguenza, risorse economiche sostanziali. Ed in finale, crescita del PIL. I politici con meno posizioni da difendere,  quelli dei paesi emergenti appunto, come testimoniato dalla rassegna stampa precedente, lo hanno già capito: i nuovi eserciti di lavoratori da remoto sono un target politico di grandissimo interesse, che cambierà non solo l’economia ma anche la politica. I giovani di 27 anni come Jack Mallers possono davvero servire per il match… Per l’Italia che fa della qualità dello stile di vita uno dei suoi punti forti e che avrebbe dunque grandi armi da giocare in questo ambito, sarà l’ennesimo treno che passerà veloce ed inafferrabile davanti al naso.

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