Come ogni mese, 10 evidenze grafiche sulle quali riflettere. Il nostro approfondimento visual di Gennaio si concentra su dati macroeconomici, demografici e prospettive non convenzionlai dei mercati finanziari.
I gestori di fondi azionari hanno iniziato il 2022 con un posizionamento in forte contro-tendenza rispetto a quello registrato negli ultimi anni: la minor allocazione ad azioni del settore tecnologico dal 2008 (grafico in basso), e il maggior sovrappeso di aziende attive in settori ciclici (finanziario, materie prime e petroliferi, nel grafico in alto)
Il rialzo dei tassi d’interesse durante la prima settimana del 2022, con conseguente sell-off sui Treasuries americani, è stato il terzo più violento mai registrato nella storia
La volatilità di mercato delle prime due settimane del 2022 ha spinto gli investitori verso i beni rifugio: l’ETF che segue l’andamento dell’oro (e che oggi ha asset totali per 57BN USD) ha registrato l’inflow giornaliero più elevato dal momento del suo listing (2005)
Per la prima volta dal 2016-2017, le attese di crescita del PIL per l’Eurozona per il 2022 sono superiori a quelle per gli Stati Uniti: secondo JP Morgan questo outlook è giustificato da un miglioramento del supporto fiscale in termini relativi rispetto agli US grazie alle misure del Recovery Fund. La banca si attende anche una crescita degli utili societari più elevata
Il grafico mostra come l’incremento cumulato nella spesa per i beni di consumo da Aprile 2020 a fine 2021 (+46%) è stato quasi equivalente quello registrato dalla fine della Great Financial Crisis a marzo 2020 (+48%), ovvero in 11 anni
I trend demografici attesi in questa decade negli Stati Uniti e mostrati nel primo grafico in alto, lasciano poco spazio all’intepretazione. Il secondo grafico mette invece in relazione il core CPI negli States (misura dell’inflazione depurata dalle componenti più volatili) con la percentuale di nuove nascite rispetto alla popolazione totale, che fino ad ora si è rivelato un buon indicatore per predire la traiettoria dell’inflazione
L’inflazione dei prezzi legati ai costi di produzione negli Stati Uniti ha raggiunto a fine anno i livelli massimi degli ultimi 40 anni (primo grafico). La situazione non è molto diversa in Europa: nel grafico in basso viene mostrata la stessa metrica per la Spagna
Anche escludendo gli elementi per i quali l’incremento di prezzo può essere considerato transitorio (cibo, benzina, affitto e auto e trucks usati), l’inflazione registrata negli Stati Uniti è ai massimi da 30 anni
Nel grafico a sinistra viene mostrato l’andamento dell’indice Baltic Dry, che misura i costi del trasporto marittimo delle principali navi cargo ed è generalmente visto come proxy dello stato del commercio globale: il valore registrato a fine anno si assesta a -60% rispetto ai massimi di Ottobre 2021
La crisi geopolitica sul fronte russo ucraino si sta ripercuotendo sul rischio creditizio di entrambi i paesi, come evidenziato dagli spread sui titoli governativi riportati dai grafici qui sotto