Fallimento di SVB e depositi
Le banche regionali hanno perso USD 120 bn in depositi nella settimana successiva al crollo di Silicon Valley Bank, secondo i dati della Federal Reserve. I depositi verso le 25 maggiori banche degli Stati Uniti sono invece cresciuti di USD 67 bn.
Bilancio della Federal Reserve
In risposta alla crisi bancaria scatenata dal fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank, il bilancio della Federal Reserve è cresciuto di USD 392 bn a USD 8.73 tln raggiungendo il valore più alto da novembre scorso.
Meno di una settimana dopo che Jerome Powell aveva aperto la porta ad una riaccelerazione del ritmo dei rialzi, il mercato ha velocemente iniziato a scontare una Fed meno aggressiva, in seguito alla crisi scatenata dal fallimento della Silicon Valley Bank. La traiettoria dei tassi prezzata prima delle vicende SVB non implicava nessun taglio dei tassi nel 2023, mentre cinque giorni dopo prezzava 2 tagli da 25bps entro la fine dell’anno.
Programma di emergenza della Federal Reserve
Tradizionalmente, il ruolo delle banche centrali è quello di essere un prestatore di ultima istanza, e il mezzo attraverso cui la Federal Reserve fornisce questo sostegno al sistema finanziario statunitense è noto come “discount window”. Nella settimana terminata il 15 marzo, le banche hanno preso in prestito USD 152.85 bn attraverso questo meccanismo, rispetto ai USD 4.58 bn della settimana precedente. Fino a quel momento, il record era di USD 111 bn, raggiunto durante la crisi finanziaria del 2008.
Perdite sul portafoglio titoli delle banche
Secondo Bloomberg, le perdite non realizzate sui portafogli titoli delle banche americane si aggiravano sui USD 620 bn a fine 2022. La raccolta di dati sulle perdite derivanti da quei titoli utilizzati come riserve dalle banche ma disponibili per la vendita (Available-for-Sale), è stata interrotta dalla Federal Reserve a marzo scorso, quando le perdite su questa categoria di obbligazioni ammontavano a USD 62 bn.
Azioni large cap
L’intero aumento della capitalizzazione di mercato per l’S&P 500 quest’anno proviene dalle prime 15 maggiori società. La restante parte dell’indice ha effettivamente perso valore da inizio anno.
Gli investitori non abbandonano il tech
A fine marzo, l’indice tecnologico americano guadagna il +20.8% da inizio anno, registrando il miglior primo trimestre dal 2012. L’ETF ARK, che permette agli investitori di esser esposti al settore tecnologico ad alta crescita e profitti limitati, ha attirato USD 397 mln di afflussi a metà marzo, secondo i dati raccolti da Bloomberg, che rappresenta il più grande afflusso di capitale da aprile 2021.
Inflazione in Europa
L’aumento al 5.7% anno su anno dei prezzi core, che elimina gli elementi più volatili come i costi del carburante e dei prodotti alimentari, è arrivato insieme al rallentamento dell’inflazione complessiva al 6.9%, dall’8.5% di febbraio. Se da un lato i prezzi energetici hanno contribuito a diminuire la lettura complessiva, i prezzi alimentari sono saliti del 15.4% a/a da 15% di febbraio e ai massimi storici. In Germania addirittura, l’inflazione alimentare ha toccato il 22.3% a/a, quasi tre volte il precedente record di 8.6% registrato a marzo 2008.
Inflazione e recessione
L’inflazione negli USA a marzo, misurata dall’indice CPI, è scesa al 5% anno su anno dal 6% di febbraio e dal picco del 9.1% dello scorso giugno. Negli ultimi 55 anni, ogni volta che la Fed ha dovuto affrontare un’inflazione elevata (CPI>5%) attraverso l’aumenti dei tassi, è seguita una recessione.
Oro
Da inizio anno, le banche centrali hanno riportato acquisti netti di 125 tonnellate di oro, che rappresenta l’ondata di acquisti piu’ importante da almeno il 2010. Uno degli aggiornamenti più significativi per febbraio è venuto dalla Banca Centrale Russa, che ha pubblicato le sue riserve auree per la prima volta in oltre un anno. Alla fine di febbraio, la banca russa ha riportato riserve auree pari a 2.330 tonnellate, 31 tonnellate in più rispetto alla fine di gennaio 2022.
Credit Suisse
Durante la giornata del 15 marzo, le obbligazioni subordinate di Credit Suisse con scadenza nel 2026, rendevano il 60% di interesse. Quattro giorni dopo, il 19 marzo, la FINMA, il regolatore svizzero, ha imposto all’istituto di credito svizzero di svalutare completamente il debito subordinato AT1. La normativa svizzera è stata modificata per rendere possibile l’imposizione di una perdita totale ai detentori del debito AT1, al fine di portare a termine l’operazione, nonostante tale debito sia di grado superiore rispetto alle azioni nella struttura del capitale.