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Pie In The Sky – Marzo 2025

Lights

Deal making in ripresa nel 2024

Le attività di Private Equity sono finalmente ripartite nel 2024 dopo due anni di declino, segnando un +14% e raggiungendo 2 trillion USD.

Da un punto di vista di deal value si è registrato un aumento su tutte le geografie ad eccezione della regione asiatica, che resta in fase di contrazione per il terzo anno consecutivo.

Per quanto riguarda il numero di deal completati, per contro, continua il declino su tutte le geografie, a testimonianza della ripartenza in primis dei deal dimensionalmente maggiori.

Fonte del grafico: Pitchbook, McKinsey & Company


Multipli in aumento per il Buyout

A livello di multipli per il buyout si è registrato un trend positivo nel corso dell’ultimo anno con un multiplo mediano attestatosi ≈ 12x

Se da un lato questo aumento potrebbe apparire come un dato positivo, dall’altro probabilmente ha anche impattato un potenziale cambio del quality mix, legato in particolare al fatto che i gestori in un momento comunque difficile di mercato hanno principalmente transato i business di maggiore qualità e che sono quindi in grado di raggiungere le valutazioni migliori.

Fonte del grafico: Pitchbook, McKinsey & Company


Public/Private Valuation Gap in aumento

Il gap a livello di multipli tra pubblico e privato si è allargato nel corso del 2024, registrando uno sconto di illiquidità del 10% ca.

Fonte del grafico: Bloomberg, StepStone, Mckinsey & Company


Private Equity – Fundraising in caduta libera

A livello di fundraising il 2024 ha marcato il quarto anno di declino consecutivo, risultato sicuramente figlio dei Net Cash Flows negativi degli ultimi anni (Capital Call > Distribuzioni), aspetto che non ha certamente aiutato nelle attività di raccolta.

Registrata una discesa peraltro abbastanza uniforme su tutte le classi di attivo, che segnano in media un -24% sull’anno e un -38% dai “massimi” di fundraising raggiunti nel 2021.

Fonte del grafico: Prequin, McKinsey & Company


Buyout – Net cash flows in breakeven

Negli ultimi anni, come diretta conseguenza del difficile contesto, i net cash flows (la differenza tra richiami di capitale e distribuzioni) sono restati in territorio negativo. Il 2024 ha segnato una rotazione in tal senso, con un breakeven nel rapporto complessivo tra richiami e distribuzioni raggiunto a fine anno che è certamente stato accolto in maniera positiva dagli investitori.

Si noti che questo risultato riguarda il buyout è che è stato anche aiutato da dei meccanismi di liquidità che ovviamente non si possono sostituire alle exit (parliamo per esempio di NAV financing, continuation funds, dividend recaps).

Fonte del grafico: MSCI, Bain


Secondario: il mercato “dell’usato” in crescita

Come ulteriore conferma del ruolo da “normalizzatore” di mercato che riveste il secondario, per il 2024, in linea con le previsioni, è arrivato un anno record, con un valore transato globale stimato di USD 160Bn+. Questo in generale è un mercato piuttosto concentrato, con alcuni grandi fondi (es. Ardian, Lexington, Strategic Partners) che hanno raggiunto dimensioni ampiamente superiori ai USD 20Bn.

Data la grande diversificazione dei sottostanti che gli stessi vanno ad acquisire, il secondario è anche caratterizzato da una minore dispersione di ritorni tra gestori rispetto al private equity tradizionale.

Fonte del grafico: Jefferies, 2025


Sconti medi per le transazioni di secondario

Gli sconti sul mercato del secondario restano su livelli importanti: se da un lato la media delle diverse strategie registra un 10% ca. di sconto sul NAV, alcune classi di attivo registrano degli sconti molto più significativi: tra queste in particolare il real estate e il comparto early stage del private equity (Venture Capital & Growth), quest’ultimo penalizzato in particolare dai bassi livelli di IPO registrati negli ultimi anni, che rappresentano uno degli exit path principali per questo tipo di strategie.

Fonte del grafico: Jefferies, 2025


Poche IPO = poche exit per il growth

Dopo il boom di IPO registrato nel 2021 negli Stati Uniti (e a livello globale), il mercato ha subito un significativo rallentamento negli ultimi 3 anni, attestandosi su livelli notevolmente inferiori rispetto al passato. Il 2022 è stato l’anno peggiore per il mercato delle IPO, registrando il livello più basso sia per numero di operazioni che per capitali raccolti. Tuttavia, dal 2023 è iniziata una lenta e graduale ripresa, pur restando ancora su livelli inferiori rispetto al 2019.

Come riferimento, le IPO nel 2021 avevano rappresentato oltre il 30% delle exit per il comparto growth. Molti dei fondi che avevano previsto una IPO come exit strategy entro 4-5 anni dall’investimento iniziale, sono ora costretti a valutare altre alternative.

Fonte del grafico: EY, 2025


Il Private Credit prende tutto nel Mid Market

Per quanto riguarda i finanziamenti alle operazioni le banche hanno concentrato il focus su quelle dimensionalmente maggiori, dove la sindacazione è piu’ importante cosi’ come le commissioni.
Il Private Credit ha invece coperto totalmente la loro assenza sul mid-market, aumentando il proprio share in US dal 36% del 2014 al 90% del 2024. Una parte delle operazioni più grandi è ancora fuori dalla portata dei prestatori privati, ma anche questo sta per cambiare.

Fonte del grafico: PitchBook, Bain


Non tutti i vintage sono uguali…

Così come per i vini le annate non sono tutte positive e di qualità, anche per i fondi di private equity vale la stessa logica. I rendimenti risentono di variabili economiche e di mercato ed è per questo che la costanza di investimento in un programma resta un fattore fondamentale: non si sa in anticipo quali saranno le annate “buone”.

Bain ha da poco analizzato le J curve di alcuni gruppi di vintage: le evidenze mostrano che i vintage prima di un periodo di crisi (si veda per esempio il 2005 e 2006) tendono ad avere una J curve più profonda, con un payback period più lungo. I vintage pre-covid potrebbero avere una curva simile (secondo Bain quelli complicati sono 2020-2022, noi tenderemmo in realtà a includere anche il 2018 e 2019 tra quelli poco favorevoli).

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