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Pie In The Sky – Aprile 2025

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Tariffe

Il 2 aprile, definito da Trump come “Liberation Day”, l’amministrazione americana ha tenuto una conferenza stampa per chiarire l’imposizione di nuovi dazi e tariffe commerciali destinati ai principali partner economici, con l’obiettivo di proteggere l’industria nazionale e ridurre il deficit commerciale.


Calcolo delle tariffe

Le barriere tariffarie effettive vengono calcolate in base al rapporto tra il saldo commerciale bilaterale e le importazioni.

La tariffa reciproca degli Stati Uniti è pari a circa la metà di questo saldo, con un minimo fissato al 10%.


Impatto storico

Secondo un report di Morgan Stanley, il tasso effettivo dei dazi doganali negli Stati Uniti potrebbe raggiungere i livelli più alti degli ultimi 100 anni, superando persino quelli introdotti con lo Smoot-Hawley Act del 1930.

Questa impennata storica è frutto della nuova offensiva protezionista lanciata da Donald Trump, che ha introdotto dazi del 10% su quasi tutte le importazioni e aumentato drasticamente le tariffe verso la Cina (fino al 54%), l’UE (20%) e il Giappone (24%).

Le misure, presentate come una “liberazione economica”, stanno invece alimentando timori globali di una nuova guerra commerciale, con conseguenze negative per la crescita e forti reazioni sui mercati finanziari.


Incertezza da record

Il livello di incertezza nei mercati ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi 60 anni.

Questa crescente ansia economica è alimentata da un contesto di incertezza globale, caratterizzato da inflazione persistente, aumento dei tassi di interesse e politiche protezionistiche, come i nuovi dazi imposti dall’ amministrazione Trump durante il “Liberation Day”.


Dollaro

I principali consiglieri economici di Trump (tra cui Bessent, nel corso della sua nomina ufficiale, e Miran, nel suo paper di novembre 2024) hanno sostenuto che le tariffe non comportano necessariamente un aumento dei prezzi al consumo, a patto che il dollaro si apprezzi — come accaduto nel periodo 2018 –2019.

Tuttavia, il dollaro oggi si sta muovendo in direzione opposta.


Euro vincitore inaspettato

A seguito dell’annuncio delle tariffe, l’euro ha registrato un incremento intraday del +2% contro il dollaro, il movimento giornaliero più significativo dal 2022.


Cina

Se la tariffa del 34% venisse confermata, si aggiungerebbe a quelle precedenti portando il tasso medio ponderato dei dazi statunitensi sulla Cina ad aumentare del 54%, superando di gran lunga quanto fatto durante il primo mandato del presidente Trump. Ora tutto dipende da come reagirà la Cina. Se Pechino decidesse di svalutare lo Yuan, potrebbe innescare una forte reazione negativa sui mercati globali.

L’immagine evidenzia l’impennata dei dazi medi imposti dagli Stati Uniti alla Cina nel 2025, con un incremento senza precedenti rispetto agli anni passati. Con un aumento di 54 punti percentuali nei soli primi mesi dell’anno, il livello di pressione commerciale ha superato persino i picchi della guerra dei dazi dell’era Trump.


Automotive

Le nuove tariffe annunciate dall’amministrazione Trump sul settore automotive avranno un impatto fortemente differenziato tra i vari produttori. Come evidenziato dal grafico, case come Tesla e Ford, con una produzione prevalentemente domestica, risulteranno relativamente protette. Al contrario, gruppi come Volkswagen, Hyundai-Kia, Toyota e Nissan, che producono una quota significativa dei veicoli al di fuori degli Stati Uniti, potrebbero subire un aumento dei costi e una perdita di competitività sul mercato americano.


Taglio dei tassi

Il grafico mostra l’impatto immediato dell’annuncio dei nuovi dazi sull’aspettativa di politica monetaria della Federal Reserve. In particolare, la linea viola rappresenta la stima del mercato sul tasso dei “Fed Funds” (tassi di interesse a breve termine ai quali le banche statunitensi si prestano riserve in eccesso tra loro) a fine 2025 che è crollata di 83 punti base (bps) in seguito alle nuove tensioni commerciali, portandosi intorno al 3,5%, ben al di sotto dell’attuale tasso effettivo di 4,33% (linea nera).

L’annuncio delle tariffe ha quindi riacceso le aspettative di un allentamento monetario, con quattro tagli dei tassi ora nuovamente previsti dai mercati entro l’anno. Questa reazione riflette il timore che l’inasprimento delle relazioni commerciali possa rallentare la crescita economica, spingendo la Fed a intervenire per sostenerla.


Il petrolio sconta rischi eccessivi

Il grafico mostra il crollo del prezzo del petrolio Brent a partire da inizio aprile, sceso da circa 75 a 64 dollari al barile.

Il calo è stato innescato dall’annuncio delle nuove tariffe USA, che ha alimentato i timori di recessione globale e il rallentamento della domanda, facendo precipitare le quotazioni del petrolio.

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