Gimme the ready’s
Art for art’s sake – 10cc
Gimme the cash
Gimme a bullet
Gimme a smash
Gimme a silver, gimme a gold
Make it a million for when I get old
Art for art’s sake
Money for God’s sake”
La storia dell’arte filantropica è un affascinante viaggio attraverso i secoli. È sintetizzabile con il termine “mecenatismo” e ha permesso la nascita di capolavori senza tempo, la preservazione di quelli minacciati da catastrofi causate dall’uomo o dalla natura e per questo motivo è considerata una forma di filantropia. Nella Side View di questa settimana, dopo aver ricostruito alcuni cenni storici legati a questa pratica, abbiamo l’obiettivo di esaminare come aziende, individui e fondazioni contribuiscono, in diversi modi e con diversi scopi, a sostenere e sviluppare il patrimonio artistico e culturale del pianeta. Come è lecito immaginarsi, il tema della filantropia legata all’ambiente artistico può assumere diversi tratti e può essere interpretato sotto molteplici lenti: in questo scritto, nel delineare il percorso di sviluppo del mecenatismo, focalizziamo l’attenzione su alcuni punti salienti e sui recenti sviluppi, offrendo a chi ci legge una visione dei trends principali che non ha l’ambizione di essere esaustiva di tutto ciò che si sta evolvendo in questo settore.
Cenni storici
Il mecenatismo è una pratica culturale che affonda le proprie radici già nel mondo ellenico e romano, quando individui facoltosi sostenevano artisti e filosofi, creando uno spazio in cui la creatività potesse prosperare senza preoccupazioni di natura finanziaria. Questo modello ha gettato le basi per una tradizione che avrebbe continuato a fiorire nei secoli successivi. Durante il Rinascimento italiano, la famiglia Medici a Firenze incarnava l’essenza stessa di questo ideale: persone come Cosimo de’ Medici e suo nipote Lorenzo de’ Medici finanziarono opere di geni artistici quali Leonardo da Vinci, Michelangelo e Botticelli. Questi mecenati non solo hanno reso possibile l’incredibile fioritura artistica del Rinascimento, ma hanno anche contribuito a definire l’epoca stessa con il loro sostegno finanziario, generando un impatto sociale senza precedenti.
Nei secoli successivi, l’arte ha continuato a prosperare anche grazie al sostegno non solo economico di individui facoltosi come Andrew Carnegie e John D. Rockefeller, solo per citare qualche esempio negli Stati Uniti: grazie alle loro donazioni, musei, biblioteche e università hanno preso forma, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per l’arte in tutto il mondo. Nel XX secolo, l’arte moderna e contemporanea ha trovato sostegno in collezionisti privati e fondazioni d’arte. Figure come Peggy Guggenheim hanno sostenuto artisti quali Picasso e Pollock, contribuendo a definire l’arte del loro tempo, contribuenti al patrimonio globale, senza limiti geografici né temporali.
Oggi, nonostante l’apporto dei singoli individui resti centrale, un ruolo importante nell’ecosistema è giocato da attori strutturati come aziende e organizzazioni non profit. Sono diverse le grandi fondazioni filantropiche che contribuiscono a finanziare l’arte in tutte le sue forme: la Bill & Melinda Gates Foundation, la Getty Foundation, la Knight Foundation, la Mellon Foundation, per citare alcune delle più famose, e altre simili svolgono un ruolo cruciale nel sostegno di musei, gallerie d’arte e progetti culturali in tutto il mondo. A testimonianza dei grandi volumi che queste organizzazioni sono in grado di spostare, una delle donazioni più consistenti della Bill & Melinda Gates Foundation è stata fatta in favore del Seattle Art Museum e ammonta a EUR 5 mln. Il gesto è nobile, ma è importante ricordare che anche in filantropia vale il detto “in medio stat virtus”: donazioni così consistenti possono avere notevoli impatti positivi, ma l’altra faccia della medaglia è legata ai rischi e alle sfide che si aprono di conseguenza. Ad esempio, una donazione di questo taglio può innescare una grave dipendenza finanziaria e, se poi venisse ritirata o diminuita, potrebbe mettere in difficoltà il beneficiario nel coprire i costi (abbiamo già avuto modo di parlare di soft power nella Side View Sympathy for the devil). Gestire somme di questa entità richiede poi una gestione finanziaria e amministrativa più complessa, che rappresenta un rischio anche per il donatore, poiché aumenterebbero le chance di non avere un impatto consistente e quindi poi avere un ritorno reputazionale negativo. Fortunatamente, questi rischi sono mitigabili: è fondamentale che l’organizzazione beneficiaria abbia politiche e procedure robuste per la gestione finanziaria, la conformità legale e l’assunzione di responsabilità, che siano stati stabiliti chiari flussi comunicativi tra il donatore e l’organizzazione e che entrambe le parti abbiano aspettative realistiche.
Ad oggi possiamo osservare che continuano ad essere erogate grandi donazioni, ma è interessante notare che l’era digitale ha dato vita a nuove forme di mecenatismo, attraverso piattaforme di crowdfunding che connettono direttamente gli artisti al loro pubblico, aprendo nuove possibilità per l’espressione artistica e coinvolgendo anche i piccoli donatori. Di questo parleremo in chiusura.
Un mercato in crescita
L’influenza della filantropia sull’arte è profonda e pervasiva: plasma il panorama artistico contemporaneo in modi innovativi, ma ha anche ricadute dal punto di vista sociale ed economico. Laddove un tempo i Medici finanziavano i maestri rinascimentali e Peggy Guggenheim nutriva il modernismo, oggi individui, aziende e fondazioni svolgono un ruolo cruciale nell’orientare la direzione dell’arte supportando artisti emergenti e fondazioni artistiche tramite borse di studio, finanziamenti per residenze artistiche e incentivi economici ad artisti indipendenti.Non solo: le donazioni da parte di mecenati moderni non sono più limitate a opere d’arte tradizionali, oggi l’arte si manifesta in forme sperimentali e sempre più tecnologiche. In un’epoca di grandi cambiamenti in questo senso, le donazioni in ambito artistico sono in aumento, come testimoniano i grafici qui sotto, estratti dal Global Giving Report 2022, un vero e proprio punto di riferimento per l’analisi di dati in questo ambito.
Come si può notare, pur non essendo l’ambito al quale vengono riservate la maggior parte delle donazioni, il mondo dell’arte è stato in grado di raccogliere oltre USD 23 miliardi nel corso del 2021. Un’altra importante fonte di dati, il rapporto di Giving USA, ha evidenziato inoltre che le donazioni nel 2021 sono aumentate considerevolmente: il settore delle arti, della cultura e delle discipline umanistiche ha ricevuto circa USD 23,5 miliardi in donazioni da tutte le fonti (individui e aziende), rappresentando il 5% delle donazioni totali del 2021, in crescita di oltre il 27 % rispetto all’anno precedente e superando così il livello raggiunto prima della crisi pandemica.
Tra personal branding e mecenatismo
Le fondazioni impegnate nel mondo dell’arte, spesso legate a grandi nomi dell’industria o a famiglie facoltose, svolgono un ruolo significativo nel preservare il patrimonio artistico e culturale: finanziano la conservazione di opere d’arte storiche, sostengono progetti di architettura innovativa e promuovono l’accessibilità all’arte attraverso programmi educativi e iniziative comunitarie. Una peculiarità interessante, particolarmente evidente nel settore del mecenatismo, è che risulta molto raro che i donatori vogliano restare anonimi: la maggior parte dei mecenati intendono avere un ritorno di natura reputazionale come diretta conseguenza della donazione. Gli esempi non mancano in questo senso, anzi c’è l’imbarazzo della scelta, soprattutto nel nostro Paese: alcuni dei quali più noti sono riportati qui sotto. In periodo storico in cui l’immagine gioca un ruolo centrale nelle dinamiche sociali, non dobbiamo stupirci che questa tendenza non si limiti al mondo dell’arte, ma che sconfini anche in altri settori come l’emergenza sanitaria o l’educazione. E che non sempre l’opinione pubblica accetti di buon grado questo tipo di dinamica.
Aziende, fondazioni e mecenatismo
Se in passato il ruolo di mecenati era “riservato” ad individui facoltosi, ad oggi un ruolo centrale nel sostegno del patrimonio culturale, come anticipato, è riservato alle aziende. I leader delle organizzazioni che hanno risposto al sondaggio 2019 Business Contributions to the Arts del Conference Board, hanno indicato che supportano le arti perché migliorano la qualità della vita (62%) e hanno un impatto positivo sull’economia locale (46%). Il rapporto ha anche mostrato che le aziende stanno sempre più allineando i programmi di contributi alle arti con la strategia e gli obiettivi aziendali, come conseguenza delle pressioni ESG a cui sono sempre più chiamate[1] ad allinearsi.
L’associazione Americans for Arts, riporta che il sostegno aziendale alle arti è stato di USD 1,03 miliardi nel 2018. I settori aziendali con maggiore attività di sponsorizzazione delle arti sono banche, servizi professionali, servizi finanziari, assicurazioni e vendita al dettaglio. Con miliardi di finanziamenti in questo spazio, le aziende svolgono un ruolo chiave nel garantire la salute e la vitalità del settore artistico nazionale. Il sostegno aziendale alle arti è guidato generalmente meno da un puro spirito filantropico e più da come le arti impattano la propria comunità piuttosto che come uno strumento di attrazione del talento o di posizionamento nei confronti della proria clientela. Le aziende infatti, riconoscono l’arte come una forma di espressione potente e un mezzo per connettersi con il loro pubblico. Le sponsorizzazioni artistiche non solo forniscono alle aziende un’opportunità di branding unica, ma soprattutto contribuiscono a sostenere progetti artistici ambiziosi. Le installazioni d’arte pubblica e i progetti di responsabilità sociale d’impresa sono solo alcune delle manifestazioni tangibili di questa collaborazione tra aziende e artisti.
Il supporto alle fondazioni artistiche da parte delle aziende è fondamentale poiché risulta che
il 59% dei donatori aziendali, al contrario di quelli individuali, concorda sul fatto che il sostegno aziendale alle arti sia importante, poiché le piccole organizzazioni artistiche non sono finanziariamente autosufficienti.[2]
Ci sono poi le fondazioni filantropiche, che svolgono un ruolo cruciale nel finanziare progetti artistici e culturali. Fondazioni come la Ford Foundation, la Mellon Foundation e la Getty Foundation hanno donato nel corso degli anni milioni di dollari a musei, organizzazioni artistiche e progetti educativi in tutti gli Stati Uniti. Queste donazioni spesso supportano l’innovazione artistica e la preservazione del patrimonio culturale. In tale senso, le fondazioni artistiche che supportano associazioni, singoli artisti o altre fondazioni hanno un obiettivo più complesso: attivare il cambiamento sociale attraverso l’arte e la cultura in generale. In questo caso l’arte non viene intesa solo come valore estetico o tutela del patrimonio culturale, ma come processo di sviluppo della società nella sua interezza quindi dal punto di vista politico in primis e poi come strumento di attivismo per sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni relative ai diritti umani. Un buon esempio in materia è la Mellon Foundation che, come vediamo nell’immagine qui a lato, celebra la democrazia supportando progetti di arti visive che hanno l’obiettivo di sensibilizzare il vasto pubblico ai concetti di uguaglianza, inclusività, tolleranza ma anche unicità.
I progetti di arte collettiva sono in grado di movimentare folle e stimolare donazioni e flussi di denaro, anche se promossi da singoli artisti. Un esempio lampante in questo senso è rappresentato dalla mostra d’arte gratuita di Christo e Jeanne-Claude “The Gates”, che superando di gran lunga le aspettative, è riuscita ad attirare circa 4 milioni di visitatori a Central Park, generando USD 254 milioni per la città di New York, stando alle dichiarazioni del sindaco Michael Bloomberg. L’opera d’arte del valore di USD 21 milioni è stata in questo caso auto-finanziata dai suoi creatori, che hanno inoltre donato USD 3 milioni alla Central Park Conservancy. L’autofinanziamento è stato possibile tramite la vendita, nei mesi precedenti, di progetti e opere d’arte degli artisti stessi.
Arte e digitale
Come avvenuto in tutti i settori, anche il mecenatismo ha visto un momento di forte discontinuità con l’avvento delle tecnologie digitali. Le piattaforme di crowdfunding come Kickstarter, che nel corso del 2021 ha totalizzato donazioni dell’ammontare di oltre USD 23 milioni per 2646 progetti artistici, e Patreon, che ha registrato un fatturato totale di USD 2 miliardi nel 2021, consentono agli artisti di raccogliere fondi direttamente dai loro sostenitori online. Il crowdfunding artistico è diventato popolare grazie a queste piattaforme digitali che offrono agli artisti la possibilità di creare campagne online per raccogliere fondi per progetti specifici, come la produzione di un film, l’uscita di un album musicale o la realizzazione di una serie di dipinti. I sostenitori possono contribuire con piccole somme per aiutare a finanziare l’opera, svincolando l’artista dalla dipendenza finanziaria di un singolo o di pochi grandi sostenitori. Questo approccio democratizza quindi il finanziamento artistico, consentendo agli artisti di raggiungere un pubblico più ampio e di ottenere sostegno finanziario direttamente dai propri fan, aprendo nuove opportunità per gli artisti emergenti e rendendo l’arte più accessibile a una vasta gamma di persone. Ovviamente molte sono le critiche e le preoccupazioni associate a questo fenomeno: l’eccesso di offerta e la saturazione delle piattaforme, che aumentano drasticamente la concorrenza rendendo difficile l’ottenimento di visibilità agli artisti emergenti; l’impossibilità di assicurare sostenibilità a lungo termine agli artisti, soprattutto quelli di nicchia; l’assenza di un controllo della qualità artistica
Oltre alle piattaforme di crowdfunding, anche le criptovalute hanno aperto nuove possibilità nel finanziamento dell’arte. Dal momento in cui alcuni artisti e gallerie accettano criptovalute come forma di pagamento per opere d’arte, è emerso un nuovo fenomeno chiamato “arte tokenizzata”. Questo coinvolge l’emissione di NFT, asset digitali unici e verificabili basati su blockchain, che offre non solo una nuova fonte di reddito per gli artisti digitali, ma anche un modo per proteggere l’autenticità delle loro opere, garantendone la provenienza unica, impendendo dunque la contraffazione e offrendo una garanzia ulteriore ai collezionisti (abbiamo più volte affrontato questo tema negli scritti a tema crypto tra cui Parallel Universe e Picasso Baby).
Come abbiamo visto, il panorama del mecenatismo è mutato profondamente e velocemente nel corso degli ultimi decenni: oggi l’arte filantropica a pieno nell’era digitale, in cui piattaforme di crowdfunding e criptovalute democratizzano l’accesso ai finanziamenti artistici, non troppo tempo fa riservati a pochi grandi donatori più o meno istituzionali. Le aziende, consapevoli del loro impatto sociale, sostengono le arti per migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui operano. Le fondazioni filantropiche giocano un ruolo cruciale nel finanziare progetti innovativi e sostenere artisti emergenti, contribuendo così a plasmare il futuro dell’arte.
In questo contesto, è essenziale che le organizzazioni artistiche promuovano una cultura del mecenatismo, educando il pubblico sull’importanza del sostegno finanziario per l’arte e creando connessioni significative tra artisti, mecenati e il pubblico. Attraverso questa collaborazione, l’arte può continuare a ispirare, sensibilizzare e interconnettere, contribuendo a un futuro in cui l’espressione artistica è accessibile a tutti, sostenuta da una rete solida di mecenati che apprezzano il valore unico dell’arte nella nostra società.
Approfondimento a cura di Beatrice Marzi
Lugano, 15 ottobre 2023
[1] NATIONAL ARTS ADMINISTRATION AND POLICY PUBLICATIONS DATABASE (NAAPPD) Business support for the arts 2021
[2] Fonte National Art Council – Arts Philanthropy – Corporate Giving Research 2022 “Building a distinctive city for the arts through corporate philanthropy”